martedì 29 marzo 2016

Morte del Lavoro

La cultura imperante nelle Università italiane è liberista. Detta la linea la Bocconi di Milano. Anche la classe politica viene in grande parte dal pensiero unico che si è affermato negli ultimi venti anni.
Il liberismo imperante ha impoverito la cultura in generale.Non c'è dialettica e ricerca come avveniva nelle università prima della vittoria del liberismo.
Caratteristica del liberismo è di non vedere ed analizzare la realtà per quella che essa è ma di dettare ricette sul modo di amministrarla senza tenere conto di niente altro. Il liberismo ha una natura ideologica fortissima che prevale su tutto.
Non viene studiato ed analizzato l'enorme fenomeno della scomparsa del lavoro e del suoi effetti sulla società. E' possibile calcolare grossolanamente che si è perduto e si sta perdendo una percentuale di posti di lavoro che varia da settore a settore e che può arrivare in alcuni fino al sessanta per cento per effetto delle tecnologie informatiche e delle modifiche dei consumi.
Non si può mettere nella tabella delle positività tutto il lavoro soppresso. Le aziende producono con meno addetti ma il personale espulso diventa un problema sociale che non può essere ignorato e che può avere conseguenze molto gravi a lungo andare anche per le stesse aziende che ora lavorano con un minore numero di addetti.
La risposta alla scomparsa del lavoro non può essere di natura assistenziale. Sussidi di disoccupazione possono coprire un tempo limitato. Si supponeva che era possibile trovare un lavoro se non subito entro un tempo ragionevole. Purtroppo chi esce dall'ingranaggio della società degli occupati è molto difficile che riesca a trovare la chiave per ritornarvi. Ma una società può continuare ad esistere se il numero dei disoccupati è maggiore di quello degli occupati?

Nessun commento: