mercoledì 26 dicembre 2012

Grecia docet

Grecia docet La Grecia è stata ed è ancora un grande laboratorio sociale. E' la prova che è stata raggiunta dalle classi dominanti europee della loro capacità di reggere anche a grandi urti sociali conseguenza di disastri sociali indotti dalle politiche economiche. Ci sono state tantissime manifestazioni ed un grande ribollimento sociale che non hanno influito quasi per niente sull'assetto del parlamento rimasto più o meno quello di prima. L'effetto che si è avuto è il passaggio di partiti che sembravano abbastanza "rivoluzionari" come Siriza dall'opposizione al sostegno silente del governo e di tutte le misure anche le più dolorose. La gente muore di fame, muore per mancanza di medicine, i bambini sono denutriti ma tutto questo non incide minimamente e non influenza l'evoluzione del consenso verso il governo. In sostanza si possono licenziare un milione di persone con una legge e non succede niente che possa impensierire davvero il potere locale ed auroatlantico. L'immagine della Grecia continua ad essere quella del suo Ministro di grande stazza fisica che ha campeggiato in tutti i resoconti degli incontri con la Troika. Non esiste una immagine di Grecia rivoluzionaria. Gli idranti l'hanno spenta. In Italia governi come quello di Monti opportunamente assecondati dalle "autorità" politiche e monetarie europee possono osare tutto facendo tesoro della esperienza greca. Gli scioperi ed i tumulti che saranno provocati sono in grado di essere gestiti come meri problemi di ordine pubblico. Non bisogna poi ignorare che in Italia a differenza della Grecia il Governo gode dell'appoggio dei tre grandi sindacati confederali, un appoggio che ha avuto da sempre e che lo ha portato a vantarsi in Europa di avere fatto la più terribile riforma pensionistica senza una sola ora di sciopero e senza una manifestazione di protesta. Quindi se si vorranno fronteggiare i prossimi eventi bisogna che ci sia un cambiamento profondo nella tattica e nella strategia della protesta. Bisognerà elaborare contenuti e forme nuove che portino alla costruzione di un potere alternativo a quello dominante. E' tutta una materia di studiare ed esplorare tenendo conto che che lo Stato non si sente vincolato dalla Costituzione. Grecia docet La Grecia è stata ed è ancora un grande laboratorio sociale. E' la prova che è stata raggiunta dalle classi dominanti europee della loro capacità di reggere anche a grandi urti sociali conseguenza di disastri sociali indotti dalle politiche economiche. Ci sono state tantissime manifestazioni ed un grande ribollimento sociale che non hanno influito quasi per niente sull'assetto del parlamento rimasto più o meno quello di prima. L'effetto che si è avuto è il passaggio di partiti che sembravano abbastanza "rivoluzionari" come Siriza dall'opposizione al sostegno silente del governo e di tutte le misure anche le più dolorose. La gente muore di fame, muore per mancanza di medicine, i bambini sono denutriti ma tutto questo non incide minimamente e non influenza l'evoluzione del consenso verso il governo. In sostanza si possono licenziare un milione di persone con una legge e non succede niente che possa impensierire davvero il potere locale ed auroatlantico. L'immagine della Grecia continua ad essere quella del suo Ministro di grande stazza fisica che ha campeggiato in tutti i resoconti degli incontri con la Troika. Non esiste una immagine di Grecia rivoluzionaria. Gli idranti l'hanno spenta. In Italia governi come quello di Monti opportunamente assecondati dalle "autorità" politiche e monetarie europee possono osare tutto facendo tesoro della esperienza greca. Gli scioperi ed i tumulti che saranno provocati sono in grado di essere gestiti come meri problemi di ordine pubblico. Non bisogna poi ignorare che in Italia a differenza della Grecia il Governo gode dell'appoggio dei tre grandi sindacati confederali, un appoggio che ha avuto da sempre e che lo ha portato a vantarsi in Europa di avere fatto la più terribile riforma pensionistica senza una sola ora di sciopero e senza una manifestazione di protesta. Quindi se si vorranno fronteggiare i prossimi eventi bisogna che ci sia un cambiamento profondo nella tattica e nella strategia della protesta. Bisognerà elaborare contenuti e forme nuove che portino alla costruzione di un potere alternativo a quello dominante. E' tutta una materia da studiare ed esplorare tenendo conto che che lo Stato non si sente vincolato dalla Costituzione.

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