giovedì 6 dicembre 2012

La Procura di Palermo ha ragione

Ha ragione la Procura di Palermo! A mente più fredda appare chiaro che i tanti laudatori del Colle, i tanti livorosi avversari dei giudici antimafia hanno fatto presto, troppo presto a cantare vittoria per la sentenza della Corte Costituzionale leggendola in chiave pro Napolitano. Credo che Napolitano prima o poi si pentirà dall'avere promosso il conflitto di attribuzioni con la Procura di Palermo che è il cuore ed il simbolo stesso della lotta contro la Piovra che soffoca la libertà degli italiani e fa dell'Italia un Paese a sovranità limitata dalla delinquenza mafiosa e che ha il controllo di parte del territorio nazionale. I magistrati di Palermo si rifiutano di distruggere le intercettazioni telefoniche ed aspettano il deposito delle motivazioni della sentenza. Motivazioni che non sembrano non essere essere così tanto sbilanciate verso il Colle come in molti si sono affrettati a strillare. Non credo proprio che distruggeranno le intercettazioni dal momento che potrebbero distruggere prove di reati gravi commessi contro la sicurezza dello Stato. La situazione che si è creata è nuova nel senso che una Corte Costituzionale che presiede all'insieme dell'ordinamento dello Stato e del suo funzionamento non credo che possa interferire con l'azione penale di una procura per ragioni che riguardano le prerogative vero o presunte del Capo dello Stato. Soltanto l'ordine della giustizia penale può esprimersi e dare indicazioni su quello che debbono fare i giudici di in sede penale di ricerca e perseguimento di delitti. In ogni caso la tutela della persona del Presidente della Repubblica non può scavalcare il principio di parità di tutti i cittadini davanti alla legge e non può essere più forte e decisiva del dovere di perseguire i delitti in qualsiasi sede e da qualsiasi persona essi vengano compiuti. Pietro Ancona http://temi.repubblica.it/micromega-online/pace-avvocato-della-procura-di-palermo-ma-il-gip-non-e-obbligato-a-distruggere-quelle-bobine/

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