martedì 3 luglio 2012

il trentasei per cento!

IL 36 per cento !

Vivendo nel Paese dell'Inganno Perpetuo sono portato a sospettare di cose che sembrerebbero appartenere alla normalità della informazione o dell'economia. Da giorni La Stampa di Torino ed altri giornali scoprono che il 36 per cento dei giovani italiani è disoccupato. Non c'è dubbio che in Italia c'è un problema di inoccupazione giovanile dovuta anche al fatto che sul mercato del lavoro l'offerta è data da contratti atipici retribuiti così male che non valgono neppure le spese per recarsi in ufficio o in aziende. Inoltre bisognerebbe vedere bene come viene ricavato questo dato del 36%. Da quale liste è stato spulciato? Non mi risulta che funzionino ancora gli uffici di collocamento. Ho l'impressione che è un dato rivolto alla riproduzione di un vecchio giochetto introdotto in Italia da Monti alla Bocconi una ventina di anni fa. Il giochetto di dislocare i giovani contro gli anziani, i non garantiti contro i garantiti. Ma i garantiti non hanno più lo scudo dell'art.18 e quindi sono espugnabili. Licenziamoli e facciamo largo ai giovani!!! Questo è il Paese in cui viviamo governato dalla falsità, dalla menzogna, da una insaziabile sete di vendetta verso la classe operaia che dura oramai da un ventennio e che non si placa mai! Naturalmente non si fa niente per fronteggiare la tragedia della disoccupazione. Uno Stato solidale dovrebbe approntare delle Agenzie di rilevamento e di collocamento e trovare il modo per avviare ai lavori le persone. Anni orsono l'economista Foà o Caffè non ricordo bene propose le brigate del lavoro. Si potrebbero mobilitare gli enti locali per lavori di straordinaria manutenzione del territorio dei giardini delle foreste. Ma nessuno alza un dito perchè i liberisti hanno Orrore dello Stato che interviene nel mercato del lavoro e semmai pensano a dare compensi ed incentivi a privati che assumono qualcuno. Quindi, in conclusione, questo 36 per cento ripetuto fino alla nausea non è altro che un randello agitato verso il disgraziato Cipputi che ha ancora un lavoro in fabbrica.

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